Uno dei concetti più interessanti e curiosi delle lezioni di fluidodinamica è quello della propagazione dei fronti d’onda: non è facile capire che un conto è il tipo di informazione trasmessa (ad esempio, il moto del fluido), un altro la velocità a cui l’informazione si diffonde. Tuttavia, questa spiegazione e le sue complesse implicazioni apparivano chiare a colpo d’occhio a chiunque la mattina di domenica scorsa stesse guardando l’acqua del Lago Maggiore a Belgirate, tra le 7:00 e le 12:00 della mattina.
Sulla superficie dell’acqua, tra Ispra e Lesa, era disegnato un fronte d’onda perfetto, una curva dipinta che spartiva la zona ventosa dalla bonaccia. A monte il vento di Tramontana soffiava deciso da 10°, oltre 15 nodi fino a Belgirate per calare intorno ai 10 poco prima del fronte; a valle aria ferma, calma e immobile. Il fronte d’onda è rimasto perfettamente stazionario, millimetrico, per tutta la mattina e il primo pomeriggio, dividendo nettamente il lago in due mondi opposti. Uno solo era perfetto per i velisti e, per fortuna o abilità del Comitato, il campo di regata era compreso in questo. La boa di poppa del percorso a bastone era posizionata proprio 50 metri a nord dell’anomalo e pigro fronte d’onda e la Tramontana sollevava ochette più a monte, a dimostrare che aveva spalle forti e a tranquillizzare i velisti sul fatto che avrebbe tenuto.
La seconda prova del Campionato Invernale è affollata, sono oltre 60 le barche al via e parecchie sono di dimensioni prossime a quelle di un Micro: Explorer 20, Meteor, Comet 21 e First 211 con vento fresco sono avversari da rispettare e considerare.
Prima del segnale preparatorio, BELIMO gironzola un po’ nella zona del prepartenza, mappando un vento uniformemente distribuito sul campo ma ruotato a destra di circa 10° ma mano che ci si sposta verso il centro-lago. Questo favorirebbe una partenza a destra, anche considerando il piccolo promontorio che sottocosta, a sinistra, crea una copertura evidente. Quando sono già scoccati i 5 minuti tuttavia un salto di 10° gradi in senso antiorario ci fa riposizionare in fretta nella zona sinistra (vento esattamente da nord, con linea rilevata per 280°), per poi rientrare prima della partenza e rendere nuovamente la linea neutra. BELIMO si ritrova coperta da due barconi mentre cerca spazio in centro linea e porta a casa una partenza non troppo brillante, in seconda fila, che tuttavia lascia i giochi ancora aperti rispetto ai diretti avversari.
Lato sinistro del campo, bordo dritto a terra sfruttando la conformazione della costa per poi prendere diretti la layline: questa la chiamata del tattico, che oggi è un po’ tuttofare in un equipaggio di sole due persone. La barca è un scarica di peso per queste condizioni, come segnala ben presto Alessandro, il timoniere che deve lavorare di paterazzo più del solito per rispondere alle raffiche e mantenere l’assetto. Si cinghia di più, menomale che non abbiamo ancora aperto il primo pandoro di dicembre.
La boa del percorso corto questa volta è stata posizionata in modo da non creare interferenze con le barche che risalgono per girare quella più lontana: ci avranno ascoltato gli organizzatori, dopo che ne avevamo considerato la pericolosità il mese scorso, proprio su queste pagine? Speriamo di sì, in ogni caso li ringraziamo e ci complimentiamo per la posa del campo e l’attenta sorveglianza (a fine regata, saranno parecchie le squalifiche per chi ha saltato il cancello di bolina, segnalato nel bando). Andiamo a prendere il mark posizionandoci in scia all’Ufone, che oggi tiene in calavele il gennaker e, regatando con spinnaker come da progetto, sembra avere molto più smalto: è lui il primo inseguitore delle astronavi Vismara 45 e del prototipo Lady Nadì (osservato all’ormeggio, ha delle linee d’acqua sorprendentemente simili ad un Flyer 550. Ma in scala!).
Prima poggiata, prime inquietudini per l’equipaggio di BELIMO. Benché in vantaggio sul resto della flotta, l’issata in carenza di equipaggio resta un momento delicato, per fortuna sfangato con calma e senza errori. Avete mai notato che, in assoluto, il successo in barca è inversamente proporzionale alle parole spese a bordo ed al loro volume? Fedeli alle convinzioni, restiamo silenziosi e concentrati fino al termine della manovra.
Il vento rimane disteso e uniforme, con la consueta rotazione verso ovest avvicinandosi alla costa piemontese che sfruttiamo per prendere la sinistra e scendere in poppa molto poggiati, mure a dritta. Lo spi risale così tanto sopravento, “a petalo di tulipano”, da rendere conveniente mantenere issato anche il fiocco che non interferisce.
Proprio sulla boa di poppa ci raggiungono nuovamente le astronavi del percorso lungo: inutile pensare di prendere l’interno su Lady Nadì, in effetti ci supera così in fretta che penso non si sia nemmeno accorta che eravamo in acqua anche noi, oggi! 🙂
In compenso ritroviamo dietro di noi l’Ufone, che ci sorprende stringendo tantissimo la bolina e portandosi sopravento a noi. Finiti sottocosta con un insistito bordo mure a dritta per sfuggire alla copertura, ci troviamo in mezzo al campo boe: stiamo regatando così spesso a Belgirate che sappiamo bene come in questa zona il vento sia sempre molto più rafficato che al largo ma ci prendiamo ugualmente il rischio di fare un pelo al più grosso catamarano che c’è ormeggiato. Prima o poi andrà male e allora io non vorrò saperne niente!! 🙂 E se c’ero, dormivo.
Cancello di bolina (quante vittime ha mietuto oggi!), una serie di virate molto divertenti (anche un Micro, quando si è solo in due, sembra grande e pieno di spazio per manovrare), boa di bolina e nuova issata, migliore della prima. La discesa in poppa è più interessante di quella precedente e, per la seconda volta, Lady Nadì ci svernicia gli sponsor dalla fiancata. La cosa bella è che stavolta, dopo la boa di poppa, l’onnipresente Ufone stringe… meno di noi!! Che siamo migliorati noi o che abbia cambiato lui non lo sappiamo, ma stavolta ci deve sfilare da sottovento per superarci. È sempre un sorpasso, ma tatticamente possiamo illuderci di aver tenuto! Tre virate a centro lago ed un arrivo in meno di un’ora: alla media di 6 nodi si finisce in fretta.
Solo il giorno dopo, guardando le classifiche, vedremo la strage fatta dalla regola del cancello di bolina ed il contemporaneo successo del nostro Coordinatore Tecnico, Andrea Negri, mattatore del suo gruppo a bordo di Cinque.
Vi auguriamo già buon Natale con questo articolo. Saremo in acqua anche il 20 dicembre, ma non con un Micro, quindi l’appuntamento con il Diario di Bordo salterà. A presto, buon vento per tutte le vacanze!