Seconda tappa Campionato del Lago 2015 – Classifiche
La seconda prova di Campionato del Lago aveva tutta l’aria di un test per BELIMO ITA-80. Un test… mancato con successo! Spieghiamoci meglio.
A valle dell’attività di preparazione della barca che lo Skipper ed il Coordinatore Tecnico Andrea Negri stanno portando avanti, c’è molta curiosità nel valutare l’efficacia delle soluzioni adottate: nuove cime ultratecnologiche scalzate al centimetro, variazioni della posizione di manovre e rinvii, nuova gestione del piano velico…
Eppure oggi a dominare è l’effetto amarognolo da “volpe e uva”. Lo sparring partner ultra-competitivo di BELIMO, Sam ITA-3, è fermo in cantiere per riparazioni, rendendo impossibile un fondamentale confronto-scontro. E, soprattutto, dopo la bella tramontana intorno agli 11 nodi che aveva animato l’allenamento mattutino e reso ballerino il pranzo alla boa, l’inversione termica regala una piatta cosmica, di quelle che rendono anche lavarsi le mani in acqua un tentativo per remare e muoversi di tre centimetri. I movimenti a bordo diventano presto come quelli dei calchi di Pompei.
L’uscita mattutina è servita per valutare lo svergolamento della vela e impostare alcuni successivi lavori in cantiere. La regata del pomeriggio è utile solo per testare la creatività dell’equipaggio: ogni soluzione nota e ignota, ogni combinazione di vele viene inventata e testata per riuscire a vedere i moscerini sull’acqua rimanere indietro per un secondo.
Partenza in poppa con un time-on-distance che regala un perfetto posizionamento sotto l’albero segnali per BELIMO, giusto dietro le prime barche in OCS. Lo start sul filo di lana è purtroppo vanificato da un’issata spi ingarbugliata, completata la quale ci si ritrova tuttavia sempre tra i primissimi, cioè… tra quelli più fermi di tutti! L’effetto della flotta intera di 80 imbarcazioni sopravento, con le coperture kilometriche che si generano in bonaccia, inchioda BELIMO in un impasse imbarazzante. Fortunatamente, dopo aver subito l’avvicinamento della flotta, si riesce a prendere un refolo sotto costa e a liberarsi dalle coperture che tolgono il fiato.
Inizia il balletto delle nuove configurazioni veliche, testando tutte le combinazioni possibili consentite dalla scienza combinatoria: spi, spi e fiocco, solo fiocco, solo fiocco murato alto, spi con fiocco issato per metà, di nuovo solo fiocco murato basso, di nuovo solo spi… Mai più di 5 minuti con la stessa tela a riva! Mettete due ingegneri aerospaziali ed un perito di quelli bravi sulla stessa barca, date loro del tempo a disposizione per disquisire della teoria aerodinamica applicata, e questo è il risultato.
Anzi, il vero risultato è che la flotta, in qualche modo, resta di nuovo alle spalle. Si arriva in boa con delle richieste molto originali di precedenza, provenienti da barche non ingaggiate né sottovento né interne in boa ma che chiedono di passare perché “si sentono più veloci”. Restituite al mittente, con una risata per la divertente ignoranza del regolamento, ci si confronta con un problema più serio: lo scarroccio sulla boa! Il paterazzo ci mette del suo, abbracciando lo stick del timone per non mollarlo che dopo il fatidico contatto. Calma olimpica a bordo: dieci metri presi sopravento, penalità eseguita virando e strambando con rollio e posizione mantenuta.
La marcia verso l’arrivo, creativamente accorciato alla boa di partenza (da aggirare per tagliare il traguardo nuovamente verso sud), è caratterizzata da una nuova serie di issate, ammainate e regolazioni, facilitate dal magnifico sistema dello spara-tangone di BELIMO.
Alla fine arriva anche il line honour, con il taglio del traguardo come primi assoluti, primi del percorso breve e primi di classe. La giuria saluta con un hip-hip-hurrà (forse perché si disperava ormai di vedere qualcuno sul traguardo?), l’equipaggio ricambia e Micro Class porta a casa un successo che da un senso alla giornata.