Campionato Italiano Micro Class 2019

Ecco a voi Micronauti i resoconti di prima mano del Campionato Italiano Micro 2019.

Rovesciando il tradizionale ordine di ingresso sul podio, partiamo dal racconto del Campione Italiano 2019, l’esordiente della Classe Luca Fantin che col suo Bruxsa ITA-71 arriva e fa il botto! Un racconto appassionato, fresco come il suo autore, che si chiude con una considerazione sulla vocazione della Classe Italiana.

Mi presento: sono Bruxsa ITA71 e vengo dalla Polonia; da circa sei mesi sono in Italia. Il mio armatore, Luca, tiene molto a me e mi ha preparata a puntino per il mio primo Campionato Italiano. Qualcuno mi chiama streghetta… pochi mi conoscono, ma sentirete parlare di me.

Sono le 9:00 di venerdì 14 giugno e sono quasi pronta per essere portata dal mio equipaggio, Luca, Claudio e Andrea, verso questa nuova avventura italiana, visto che ho sempre regatato nei laghi del nord.
Partiamo via terra verso Chioggia e man mano che ci avviciniamo l’emozione sale.
Quando arriviamo vediamo altre barche che mi assomigliano, in particolare una vampirella slovacca, che ci guardano sospette, sembrano dire “ma chi è questa?”. Tra me e me penso “mi sa che non sarà facile questo campionato”.

Il mio equipaggio in poco tempo mi arma e sono pronta per assaporare l’acqua salata di Chioggia.

Usciamo per andare a fare un po’ di allenamento nel campo di regata e con noi c’è un’altra barca, Sam, un proto che mi fa un po’ paura ma così posso confrontarmi con una delle barche che normalmente salgono sul podio. Mi sento libera e veloce grazie al mio equipaggio e anche a un nuovo timone che non ho mai provato prima; sì, mi sento pronta ad affrontare il campionato.
Rientrando alla darsena vedo le mie compagne d’avventura che arrivano via mare, una di queste è la mia amica Maracatù che mi traina in darsena; ha un cerotto sulla mura sinistra, ricordo di un brutto incidente ma ormai è guarita ed è pronta alla sfida. Le barche sono arrivate tutte e l’aria che si respira è bellissima, anzi no, un po’ di tristezza c’è perché manca un’altra amica: Meteor, un proto in legno che ha fatto di tutto per esserci, ma un incidente successo poche ore prima l’ha costretta a non essere presente. Sono sicura che in poco tempo si riprenderà e presto ci divertiremo assieme.

E siamo così al primo dei due giorni del campionato italiano; vengo trainata da Elle, un’altra barca che ci porta in campo di regata. Ho sentito dire da Luca che l’anno scorso ha fatto parte dell’equipaggio, quindi un grande onore essere trainata da Elle.
C’è poco vento, il comitato dà il via alla procedura di partenza e la tensione cresce ma mentre sono sulla linea di partenza una barca gemella, Belimo, si affianca da sopravento e mi tocca e non sono contenta: è la prima volta che qualcuno mi viene addosso; ma dopo poco suona l’ultima tromba e si parte e mi guadagno subito una buona posizione e finiamo la prima prova davanti a tutte le Italiane.

Seconda prova: la linea di partenza sembra così corta visto che sono in anticipo e la boa si avvicina sempre di più, non ho più spazio, non so che fare… partita in anticipo! Prontamente poggiamo attorno alla boa e ripartiamo con mure a sinistra ma questa volta sono ultima e sarà dura recuperare tutte queste posizioni; questa proprio non ci voleva ma io e il mio grande equipaggio, una alla volta, riusciamo a passarle quasi tutte eccetto Belimo che ci risulta irraggiungibile e chiudo la prova seconda tra le avversarie nazionali. Ora ho capito quanto importante sia partire bene.

Terza prova, ancora poco vento ma ciò nonostante parto bene, sono davanti anche a Platypus che ha un equipaggio molto bravo, ma a un certo punto prendo un bordo sbagliato con un buco di vento spaventoso e Platypus, nel bordo opposto, guadagna velocemente e mi supera. Nonostante tutto anche in questa prova mi piazzo prima delle italiane.

Si ritorna in darsena e mentre rientriamo sento l’equipaggio esultare dalla gioia, sono euforici e io assieme a loro sono felice.
Prima giornata con emozioni alle stelle, con salti di vento che ci hanno fatto sudare un bel po’ ma comunque chiudiamo primi degli Italiani e secondi della tappa dell’Europeo.

Siamo alla seconda giornata e dopo un’intervista ritorniamo in campo di regata sempre trainati da Elle.
Arrivo giusta giusta per la partenza, una partenza opposta rispetto al giorno prima, il vento soffia da terra. Il mio equipaggio si prepara facendo delle prove per vedere dov’è meglio partire. Parto e scegliamo il lato sinistro del campo e sto acquisendo un vantaggio strepitoso, infatti alla boa di bolina sono prima assoluta e vedo, mentre scendo in poppa, ancora impegnati nella bolina sia Platypus che Vampire. Non mi sembra vero, la poppa passa veloce e anche nella seconda bolina mantengo un buon vantaggio fino a che il vento gira a destra e Platypus sceglie ancora una volta il lato opposto e mi passa. A metà della poppa il comitato decide di annullare la prova; peccato, una buona occasione persa.

Si riparte con il campo completamente girato di 180 gradi.
Alla prima bolina sono dietro a Betty IV e Stella mia ma passata la boa mi tengo sopravvento e il mio equipaggio dà il meglio di sé e sfila tutte le barche, alla fine della poppa infatti gli siamo davanti e appena girata la boa sento un botto tra Betty IV e Stella mia con Belimo dietro, ma non mi deconcentro e chiudiamo davanti a tutti gli Italiani.

Mentre aspettiamo la partenza della prova successiva sento il mio equipaggio e quello di Platypus che si fanno i complimenti a vicenda, veramente i Francesi non ne sbagliano una e ci chiedono se ad agosto ci vediamo ai mondiali in Slovacchia; sento Luca che dice di sì andremo in Slovacchia, wauuu un’emozione dopo l’altra.

Seconda prova: durante la bolina vedo arrivare verso di me con mure a sinistra due barconi giganti in paragone a me… mi sento così piccola. ma io e il mio equipaggio non ci facciamo intimorire e non modifichiamo la rotta e chiediamo acqua, solo all’ultimo poggiano dandoci la precedenza e sventandoci tantissimo; anche Belimo, vicina, si è trovata nella stessa mia situazione ma comunque riesce a girare davanti a me la boa di bolina e da lì non riesco a recuperare chiudendo seconda in questa prova tra gli Italiani.
Il comitato comunica che non si faranno altre prove e a questa notizia sento il mio equipaggio dire ”siamo CAMPIONI D’ITALIA”!

Al primo campionato il mio equipaggio ha saputo condurmi in modo eccellente, nonostante non avesse potuto completare la messa a punto come avrebbe voluto.
Sento Claudio dire che sono stati due giorni di regate molto divertenti che gli hanno restituito dopo molti anni di regate d’altura il piacere di condurre una barca leggera, maneggevole, sensibile al peso ed all’assetto, facendolo ringiovanire di trent’anni, quasi arrossisco a sentire queste parole.
Andrea invece dice che Bruxsa è una super barca e che si è divertito anche lui tantissimo ed ha riprovato sensazioni che appartenevano ormai ai suoi ricordi.
Luca invece è silenzioso, incredulo di aver portato a casa il titolo di campione d’Italia assieme a me e al suo super equipaggio ma sono sicura che dentro di sé ha un’esplosione di emozioni che non sa come esternare.

Un grazie a tutti per averci sostenuto e aver fatto il tifo per noi e soprattutto complimenti agli equipaggi delle vecchie glorie, senza di loro non ci sarebbe stato nessun campionato, quindi per me un onore regatare assieme.

La Micro Class, a mio parere, deve continuare a valorizzare la presenza delle barche più datate offrendo loro maggiori possibilità di classificarsi, aumentando i tempi massimi in regata dopo l’arrivo del primo, in particolare in presenza di prototipi in carbonio: senza di loro non ci sarebbe tutta questa passione e non ci sarebbe la Micro Class.

Quando finisce la scuola è tempo di pagelle!
Ora è il turno del racconto dell’armatore di Betty IV, che sale in cattedra del “processo del martedì” e distribuisce voti e giudizi!
Campioni di Italia di ricerca sponsor, Betty IV la rossa nazionale, ITA 109 motivi per dire al purpureo equipaggio bravi bravi bravi!

VAMPIRE SVK-66
Slovacchi: sono dei portenti, si nutrono di birra/vino durante le regate come un vampiro si nutre di sangue, ad ogni traino ti ripagano con lattine di birra, riescono a perdere una prova non accorgendosi di aver già fatto il secondo giro, ripartono di bolina, poi si svegliano e concludono all’ottavo posto. Complice un performante proto Flyer 2 “carbonio a iosa” uccidono l’Euro Micro Italy 2019. ASSETTATI.

PLATYPUS FRA-38294
Figli di “Moitessier”. arrivano una settima prima del campionato a Chioggia con il loro bellissimo Flyer ed iniziano tranquillamente a navigare in lungo ed in largo la laguna veneta, toccando Piazza San Marco, Murano, Lido e altre isolette, in regata sono perfetti e non sbagliano nulla. AMMIREVOLI.

BRUXSA ITA-71
Ciao sono Luca Fantin, mi sono innamorato della Micro Class, vado in Polonia, vedo una barca (Flyer), mi piace, torno con il carro e la porto a Venezia, partecipo al campionato italiano e divento CAMPIONE ITALIANO MICRO CLASS 2019: facile, sono bastate due righe, ma fatelo voi! Complice un equipaggio di primo piano, non lascia nulla al caso, non sbaglia praticamente nulla. ECCEZIONALI.

BELIMO ITA-80
Essere campione italiano e mondiale 2018 e trovarsi senza equipaggio, per lo skipper Matteo situazione non facile da gestire, partecipa al campionato italiano con due nuove reclute e non sfigura affatto, anzi fa delle bellissime regate e altre dove si notavano alcune manovre ancora da perfezionare, parte con un ritiro ma recuperano brillantemente nelle successive regate e diventa il vice campione italiano 2019. AVVENTUROSI.

STELLA MIA ITA-303
L’armatore consegna la barca allo skipper di Brava ITA-1000 Nicola Baldas (velista espertissimo, si può dire nato in barca), passano il venerdì ad ottimizzare il mezzo: trasto randa, ghinda fiocco, paranchi di qua e di là. Il sabato, primo giorno di regata, con pochissimo vento (3/5 nodi) non sbagliano nulla, anzi Nicola intuisce moltissimi salti di vento su un campo di regata estremamente difficile. Le ottime partenze della domenica rendono difficile far recuperare terreno ai diretti avversari. MERLINO.

MARACATU ITA-58
Equipaggio tutto femminile, sono le perle della Micro Class Italia. L’armatrice quest’anno non si arrende MAI, anche davanti a moltissime “sfighe” che avrebbero fatto desistere qualsiasi persona “Maracatù la bimba” viene sempre risollevata con amore e affetto dalla sua armatrice. In regata con lo spinnaker rosa sembrano delle fate che volano a pelo d’acqua. CAMPANELLINO.

PRESIDENTE MICRO CLASS
Marco D’Alba per questo Italiano si è fatto in quattro, moltissimi equipaggi anche stranieri, ricordiamo presenti 5 nazioni (Italia, Francia, Germania, Slovacchia, Russia), governa al meglio la sua Shilla armata di nuova deriva con un equipaggio “improvvisato”, showman durante le premiazioni, ha reso tutto molto emozionante e divertente. UNICO.

Betty IV ITA-109
Dopo più di un anno di allenamento la prodiera non riesce a partecipare all’appuntamento “clou” di questo 2019: ci troviamo a 2 giorni dall’inizio del campionato senza un elemento, se non troviamo qualcuno stiamo a casa. Ingaggiamo in extremis un giovane simpatico ragazzo con un corso “base” alle spalle. Un po’ smarriti, inizia l’avventura: il primo giorno soffriamo con poco vento e alcune scelte tattiche completamente errate ci fanno buttare al “vento” alcune prove. Secondo giorno vento più “sostenuto” ideale per Betty IV ITA-109, ma delle pessime partenze rendono difficile recuperare posizioni sui diretti avversari, torniamo con un secondo posto nella categoria di appartenenza, felici per aver brillato in alcune prove: superare Belimo (attuale campione del mondo) all’ultima boa non è cosa di tutti i giorni e con un po’ di rammarico per aver sbagliato un po’ troppo. DECONCENTRATO.

SPIRIT… ati!
Quando non avevano ancora lo SPI erano solo… RITATI!
Hanno assunto vari nomi in questi ultimi giorni, SPIRIT-elli, ati, osi.
Entrati con il sorriso e tantissima positività hanno saputo legare con tutti! GRANDI!
Dagli scritti sembra ora ;Micro Class abbia un nuovo equipaggio e crediamo sia è esso stesso un grandissimo risultato!
Benvenuti!

Ci presentiamo, siamo gli ultimi arrivati!
Fino ad un mese fa per noi Micro Class era poco più di un like messo ad una pagina di Facebook in virtù di un’amicizia, nata sul posto di lavoro 15 anni fa e più o meno rimasta latente in questi anni, di uno di noi tre con mr. President!
Poi un giorno leggiamo che ci sono i campionati italiani e che servono equipaggi, la barca non serve, ce la prestano! Visto che la nostra stagione velica, fatta solitamente di cabinati, altura ed equipaggi numerosi, quest’anno zoppica un po’, decidiamo di lanciarci in questa avventura. Arriva così sabato 8 giugno, ci diamo appuntamento a San Giuliano con Marco. Arriviamo una mezz’ora prima e iniziamo a girare tra le barche immaginando quale sarà la nostra. Salta subito all’occhio Bruxsa ed escludiamo, ahinoi, a priori che sarà lei la predestinata. Arriva Marco e ci presenta Spirit! La guardiamo, rimaniamo un po’ scettici, ma ci rimbocchiamo le maniche. Ok, da dove iniziamo? La studiamo un po’, la svuotiamo, ci facciamo largo tra vespe e alveari e facciamo il check di cosa manca… molto! Grilli, bozzelli, spi, tangone, scotte… motore! Subito tangone e scotte arrivano da Maracatù, un fiocco da Elle, lo spi dovrebbe arrivare… ed effettivamente arriverà da Betty IV (grazie ancora!) con largo anticipo rispetto alla partenza della prima regata di sabato 15, alle 19 della sera prima, quando per la prima volta riusciamo ad incrociare l’equipaggio in quel di Chioggia.
Apprezziamo fin da subito lo spirito di solidarietà e di coinvolgimento del gruppo che in altri ambienti è difficile trovare.
Un paio di telefonate e recuperiamo anche un potente fuoribordo da 3.3 cv che arriverà anch’esso in settimana.
Qualche ora di lavoro e nel primo pomeriggio la mettiamo in acqua, primo giretto a vele bianche (inevitabilmente) per prendere contatto, risaliamo a bordi il canale verso Venezia e incrociamo Shilla invidiandone le vele (cosa che succederà regolarmente nei confronti di tutte le barche che incroceremo nel weekend successivo). Rientriamo e ci diamo appuntamento a venerdì 14, aggiornandoci in settimana su un gruppo Whatsapp rovente per gestire tutta la logistica a Chioggia.
Arriva il fuoribordo, e con esso, sul fil di lana, anche l’assicurazione per l’iscrizione. Ed arriva anche venerdì. Un altro paio d’ore di lavoro sulla barca per organizzare quanto programmato in settimana e siamo pronti a partire. Barca in acqua, pieno al serbatoio (ben 1,5 litri che richiederà tre rabbocchi per arrivare a Chioggia), apri benzina, tira l’aria, avvio a strappo, il motore parte ma… non ci muoviamo! Diagnosi: rottura del parastrappi dell’elica. Cominciamo a smontare il fuoribordo ma inizia a farsi tardi, per fortuna Maracatù deve ancora partire e ci traina verso Chioggia (doverosi ringraziamenti). In mezzora, grazie ad una riparazione di fortuna, anche il nostro motore torna a vivere.
Fissiamo gli obiettivi: chi dice non arrivare ultimi, chi, più realista, non arrivare troppo distaccati dal penultimo.
Arriviamo a Chioggia, ormeggiamo il fantasmino e arriva lo spi da passeggio di Betty IV. Troppo tardi per provarlo e ci si penserà l’indomani. Ed infatti, dopo una rocambolesca uscita con al traino forever young, durante la quale abbiamo forse chiesto troppo al motore, arriviamo sul campo di regata e a 10 minuti dal primo start issiamo, strambiamo, ammainiamo. Ok più o meno ci siamo. Facciamo tre prove, tre partenze soddisfacenti, tre regate in fotocopia dove battagliamo più o meno con lo stesso gruppo di barche ma anche dove, per errori sul timing e sull’esecuzione di alcune di manovre, un paio di barche ci volano via. Anche i risultati sono in fotocopia: DNF, DNF, DNF. Vampire ci ha succhiato i minuti, finiamo fuori tempo massimo, ma siamo in buona compagnia.
Nel de-briefing serale capiamo quanto, rispetto ai cabinati, sia importante l’assetto e soprattutto lo spostamento dei pesi; a tavolino correggiamo le manovre per minimizzare i movimenti.
Domenica: prima prova, boa di bolina verso terra, facciano una buona partenza, siamo nel gruppone incollati a Shilla, in un incrocio il presidente più serio che mai non ci degna di uno sguardo e non risponde alle nostre battute. Mai visto così!
Prima della boa di poppa vediamo le barche che ci precedono fare il lato di bolina con lo spi ancora issato. Salto di vento, prova annullata, nuovo campo di regata con boa di bolina al largo.
Nelle altre due prove riusciamo a tenere dietro chi ci fa compagnia in fondo alla classifica e arriviamo entro il tempo limite in entrambe. Classifica finale: terzultimi, obiettivo raggiunto!
Rientriamo, disertiamo colpevolmente quasi tutto il cerimoniale delle premiazioni, ma arriviamo, anche in questo caso, entro il tempo limite perché Marco possa regalarci i nostri 10 secondi di notorietà! Ceniamo e ci salutiamo, per poi scoprire un paio di giorni dopo che ognuno di noi tre ha lasciato Chioggia con lo stesso pensiero: ” Chissà se a San Giuliano c’è qualcuno che vende il suo Micro?”. Beh, la ricerca è iniziata!
Aspettiamo trepidanti i video di Saily, anche se, onestamente, qualcuno di noi cercava di sgattaiolare via alla domanda “perché regatate in Micro Class?”. Ma a certe imboscate in banchina non c’era possibilità di fuga!
Nel ringraziare in primis Marco per averci coinvolto in questa avventura e tutti quelli che ci hanno aiutato (e sono stati parecchi) con materiale e consigli, salutiamo con un sicuro arrivederci!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *