La Veleziana 2018

Riceviamo e pubblichiamo dal nostro socio Enzo Tronchin, armatore di ITA 109 Betty IV, l’appassionato resoconto della Veleziana 2018, l’undicesima edizione di una manifestazione che ogni anno rappresenta sempre di più lo spirito di quella parte di Micro Italia che naviga in Laguna Veneta.

Riceviamo dal nostro socio Enzo Tronchin, armatore di ITA 109 Betty IV, l’appassionato resoconto della Veleziana 2018, l’undicesima edizione di una manifestazione che ogni anno rappresenta sempre di più lo spirito di quella parte di Micronauti italiani che naviga tutto l’anno in Laguna Veneta.

Se ami Venezia e la barca a vela non puoi assolutamente mancare all’unica regata che ti permette di arrivare nel “salotto d’Europa”, la piazza di San Marco. É la Veleziana, appuntamento organizzato da undici anni a questa parte dalla Compagnia della Vela Venezia.

Betty IV partecipa per la terza volta, con lo scopo primario di terminare la regata: cosa mai riuscita nelle precedenti edizioni vista l’assenza totale o quasi del vento.

Le previsioni meteo sono abbastanza chiare: cielo coperto, 20 nodi di vento direzione Est (Windfinder Pro Superforecast).

Tra le oltre 200 imbarcazioni partecipanti troviamo anche sei Micro; in ordine alfabetico: Betty IV (Enzo Tronchin), Elle (Walter Lupano), Ketchup (Andrea Bentocelli), Maracatù (Francesca Volpato), Shilla (Mauro Zennaro), Stella Mia (Massimo Stella).

Ore 10:00: partenza da San Giuliano in flotta, direzione Bocche di Porto di Lido: da lì inizierà la regata. Siamo i più piccoli e ci confondiamo tra barconi di oltre 20 metri (Way of life, Mrs Seven, Pegaso e Brava per citarne alcune).

Ore 13:15: iniziano le procedure di partenza. Si è alzata una bella brezza tra i 10 e i 15 nodi, con onda di 1-1,5 m. Betty IV parte bene, commette però l’errore di allontanarsi troppo dalla boa di bolina (direzione 160°, posta a 1 miglio dalla linea di partenza); onestamente non l’abbiamo vista finché molti barconi non si sono dileguati.

Gira la boa in prima posizione Stella Mia, con notevole vantaggio su Elle. A seguire Betty IV, Shilla, Maracatù e Ketchup.

Arriviamo velocemente all’unico cancello posto davanti alla Bocca di Porto di Lido, inizia qui la gran “poppata” che ci porterà all’arrivo. Il cielo si fa sempre più scuro e il vento inizia ad aumentare (20 nodi con raffiche a 30 ed aumento dell’onda). Vediamo Stella Mia che decide di ammainare la randa e di procedere di solo fiocco. Elle compie il sorpasso, mentre Betty IV un po’ dietro si gode lo spettacolo. Decidiamo di ammainare il fiocco e iniziamo a planare staccando la scia. Luca mi dice: “Guarda che scia, che spettacolo!”. Io non ho avuto il coraggio di girarmi, rimango concentrato al timone sentendolo leggerissimo, nullo addirittura durante le lunghe planate. Si avvicina un bestione di 12 metri, lo skipper sorridendo ci dice: “Ma quanto vi state divertendo con queste planate!”, ride e se ne va.

Quando tutto sembrava proseguire per il meglio iniziano a cadere le prime gocce d’acqua. All’altezza dell’isola di Sant’Andrea si scatena un nubifragio, la visibilità diminuisce parecchio. Non abbiamo nessuna cerata, sorridendo ce la prendiamo tutta. Ma siamo vicini all’arrivo, Lido ci ripara un po’ dal vento. Proviamo ad issare lo spinnaker ma con scarso successo: una violenta raffica ci stende. Lo ammainiamo alla velocità della luce. Passiamo velocemente Sant’Elena; si sentono delle urla di incitamento, ci esaltiamo… “Sono per noi, Luca?”, “No Enzo, è il Venezia che gioca in casa contro il Verona!” …Mai ‘na gioia!

Ci lasciamo alla spalle velocemente Giardini e Riva dei Sette Martiri. Il vento risale velocemente. Tagliamo il traguardo bagnati fradici, infreddoliti e forse un po’ increduli. Non c’è tempo per renderci conto di nulla, dobbiamo andare al vento, ammainare la randa dribblando la polizia municipale (verrà successivamente insultata da molti velisti) e levarci dalle scatole: due ferry boat ci stanno minacciando.
Prendiamo la strada di ritorno per San Giuliano e per non farci mancare nulla ci pigliamo anche la grandine.

Vincono Walter e Anna su Elle con una strepitosa performance: grandiosi, tenaci e affamati. Seguono Stella Mia e Betty IV, sfortunatamente ritirati gli altri tre Micro per rotture al timone.

Oggi era molto importante non farsi del male ed in questo tutti i Micro si sono dimostrati barche sicure anche in condizioni non ideali; da notare che più di un terzo della flotta si è ritirato.

Alla prossima e buon vento!

Approfittiamo dell’evento per ricordare come la rottura del timone sia una delle cause di guasto storicamente più comuni nei Micro, sia di nuova che di vecchia generazione. A tal proposito la Classe Internazionale ha da tempo emanato una direttiva, che indirizza la costruzione delle pale dei timoni e fornisce suggerimenti sulla conduzione in regata atti a limitare i danni:

http://micro-class.org/documents/document-6/

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